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mercoledì 6 novembre 2019

Rinnovo contratto metalmeccanici, la trattativa parte in salita.

Parte in salita il confronto sul rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici per il triennio 2020-2022. Al primo incontro che si è svolto al Cnel, le posizioni con Federmeccanica-Assistal sono subito apparse distanti sulla richiesta di un incremento economico dell’8% (pari a circa 153 euro lordi di aumento dei minimi), avanzata unitariamente da Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm. Una richiesta considerata «insostenibile» dalle imprese, secondo cui il settore è in sostanziale recessione per la debolezza della domanda interna e la frenata dell’export. 
Al tavolo si confrontano due diverse impostazioni. Per semplificare, da un lato c’è Federmeccanica che intende proseguire in linea con il Ccnl firmato a novembre del 2016 che ha spostato il baricentro sulle prestazioni di welfare contrattuale (che beneficiano di un regime fiscale agevolato a vantaggio di lavoratori e aziende), più che sulle erogazioni dirette degli incrementi salariali riconosciute a livello nazionale. Dall’altro i sindacati che puntano anche ad ottenere aumenti economici superiori rispetto all’Ipca (l'indice dei prezzi al consumo armonizzato per i Paesi membri dell'Unione europea), l’indicatore di riferimento per gli incrementi dei contratti nazionali.
Il primo incontro per il rinnovo del contratto in scadenza a fine anno è servito ad illustrare le posizioni delle parti, ma nei prossimi appuntamenti fissati per il 27 novembre e il 10 dicembre, si entrerà nel vivo del negoziato.  



Sole 24 ore

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