Il rifiuto
come risorsa. È attorno a questo principio che ruota l’economia circolare,
ovvero quel modello che, andando oltre il sistema economico lineare – ormai
insostenibile – basato sullo sfruttamento e l’obsolescenza dei beni prodotti,
punta a uno sviluppo economico sostenibile e a stimolare l’occupazione.
In questa
direzione si è mossa la Commissione Europea con l’adozione del Pacchetto
sull’economia circolare, licenziato da Bruxelles a dicembre 2015.
Un ulteriore
passo avanti arriva, adesso, dal Consiglio dell’UE, riunitosi di recente per
discutere di questioni urgenti in materia di politica ambientale comunitaria,
tra cui le misure contenute nel Pacchetto.
Secondo le
stime dell’esecutivo europeo, tali misure dovrebbero produrre complessivamente
a livello comunitario risparmi annuali pari a 600 miliardi di euro, con 580
mila nuovi posti di lavoro e un taglio del 2/4 per cento delle
emissioni serra.
… E in Italia?
Previsioni
rosee anche per quanto riguarda l’Italia. In occasione del terzo Forum Rifiuti,
organizzato a Roma da Legambiente, dall’Editoriale “La Nuova Ecologia” e da
Kyoto Club, è emerso che i nuovi posti di lavoro sul territorio nazionale
sarebbero 199 mila. Un risultato raggiungibile grazie all’economia circolare
più virtuosa basata su riciclo e rigenerazione, bioeconomia, innovazione
nell’industria alimentare, chimica, farmaceutica, dei prodotti confezionati di
largo consumo e nell’industria biotecnologica.
Potenzialità e risorse del settore agricolo
Quello
agricolo rappresenta uno dei comparti più sviluppati nel nostro Paese, al punto
da produrre annualmente 9 milioni di tonnellate di rifiuti e 20 milioni di
tonnellate di residui agricoli che, stando all’analisi elaborata da Green
Alliance, potrebbero essere riutilizzati al meglio nel compostaggio, nella
digestione anaerobica e nella bioraffinazione. Sul fronte occupazionale ed
economico, poi, una spinta positiva potrebbe arrivare da un settore in crescita
quale quello delle bioplastiche.
Buona pratiche: il modello COOU
Intanto, in
Italia non mancano i modelli virtuosi di economia circolare: un esempio
concreto, presente da ben 32 anni, è quello del Consorzio Obbligatorio degli
Oli Usati – Coou, che detiene il primato di ente ambientale nazionale dedicato
alla raccolta differenziata. Significativi i numeri registrati dal 1984 ad oggi
dall’ente partner dell’organizzazione del Forum Rifiuti: 5,3 milioni di
tonnellate di olio lubrificante usato, il 90 per cento delle quali avviate alla
rigenerazione per la produzione di nuove basi lubrificanti. Il riutilizzo di
questo rifiuto, considerato dannoso per l’ambiente, ha prodotto un risparmio
complessivo sulle importazioni di petrolio del Paese di 3 miliardi di euro.
ancl